Per la nona edizione del Memorial Tosato Blandino, in quel di Campodarsego, sono stati in 135, ottimo risultato di questi tempi, i giocatori in pista impegnati alla caccia del miglior piazzamento, visto che il format offriva dei notevoli vantaggi, in merito a passaggi turno in finale, a seconda della propria posizione al termine delle qualificazioni. Medie di rilievo, con una forbice che spaziava dai 1.359 birilli del primo classificato (Federico Allegro dei Black Panthers) ai 1.270 birilli dell’ultimo (Gianmaria Giovannini dei Ronta Blues). Nel mezzo, distanze ridottissime, con 1 birillo che spesso ha fatto la differenza fra uno step e l’altro. L’unico che è riuscito nella scalata, partendo dal secondo step di finale, è stato Alessandro Santu, del Delirium (manco a dirlo), che di turni ne ha passati 3 (con serie: 954 – 926 – 866) prima di affrontare i successivi tre in ottica podio, dove ha mantenuto un ritmo di rilievo, nei primi due (246 – 227), prima di “crollare”, chiudendo al secondo posto, dopo aver infilato la seconda partita, sulle 17 giocate, sotto i 200. In chiave podio, il primo ad essere eliminato (181) è stato il giovane Camponesco, che era entrato in scena al terzo turno e che, con un 925, si era guadagnato il passaggio al turno successivo. L’atleta degli Strokers, tuttavia, ha dimostrato grande crescita, sia mentale sia tecnica, portando a casa un ottimo piazzamento. Al turno successivo è toccato ad Allegro mettere la freccia e parcheggiare (212), per chiudere al terzo posto, lasciando ancora una volta che i riflettori fossero esclusiva per gli “assi pigliatutto” del Delirium, Alessandro Santu e Tommaso Radi. Il romano, dal terzo step in avanti (926 – 246 – 244), aveva sempre condotto in testa la classifica, dopo aver chiuso al terzo posto (1.336) le qualificazioni e, per nulla distratto dall’ennesimo “derby” in famiglia, ha chiuso con scioltezza (200-178), interrompendo l’ultimo scatto, del compagno piemontese, ad una scalata che avrebbe avuto del clamoroso. Ancora un titolo … e mezzo, il nono stagionale per la precisione, quindi, per un’associazione che, nata da qualche anno, ha già problemi di spazio in bacheca … e meno male che gli elogi non ne occupano di ulteriore.

Seconda vittoria per lo Spicchi d’Autore (3-1 vs Melluso) che prende la testa della classifica in solitario, anche se con Axioma (4-0 vs Archè) e Caffè Borbone (3-1 vs Old Friends) ad un tiro di schioppo (-1). Rallenta il Pub Ten, sconfitto 1-3 dalla FB in un duello a suon di strike (2516-2534), mentre la Ricola si riprende dopo il passo falso dell’esordio pur cedendo solo 0.5 punti alla Caldarelli, in un match che vedeva entrambe le formazioni ricorrere al blind. Pari e primi punti per 1926 ed Ottica Pascotto, mentre l’Old Friends, fanalino di coda, lascia lo zero in classifica.

Con la ripresa del campionato torna la rubrica “Il grandi marche da 1 a 10 frame”, da oggi disponibile nella sezione rubriche – news del grandi marche.

Prima giornata decisamente pirotecnica, per il Grandi Marche, con la sconfitta della Ricola (1-3 per mano di Archè), il pari rocambolesco fra Melluso ed Axioma e la vittoria dello Spicchi d’Autore (4-0 contro Old Friends). La formazione di Peppe Cuomo, che non vinceva all’esordio da più di una stagione, ha realizzato la miglior serie totale della serata (2.553) oltre alla miglior serie parziale con un 995, che ha già quasi il sapore della sentenza. 4 punti anche per il Pub Ten e per la Caldarelli, presentatasi ai nastri di partenza con la trazione … “rosa” (unica squadra tutta femminile). Vincono anche il Caffè Borbone (3-1 contro FB) ed Archè, che ferma i tre volte campioni della Ricola.

Vienna. Fra le capitali d’Europa di certo una delle principali in quanto a romanticismo. Una città ideale per vivere una favola. Scenario perfetto per le prestazioni, da protagonista, della maglia azzurra, quella indossata da Antonino Fiorentino ed Helga Di Benedetto. Tante volte, forse troppe, abbiamo visto e celebrato le serie e le prestazioni degli “stranieri”, in particolar modo degli scandinavi, considerando risultati nostrani come eccezioni alla regola (leggasi bronzo all’edizione scorso anno). Ed anche quest anno, almeno in partenza, il cliche (o meglio quasi una sarcastica critica tutta italiana) si è ripetuto, con gli osanna alla prestazione dello svedese Wetterberg, che, per carità, ha dimostrato, poi, nel corso della manifestazione, di meritarli, salvo però aver fatto prima i conti con un “qualcosa” che di certo ritornerà di notte sotto forma di incubo. Antonino Fiorentino, da Potenza, (da leggersi con la stessa enfasi della celebre scommessa equina in Febbre da Cavallo), ma trapiantato in Emilia per ragioni di studio. Uno delle colonne dell’asso pigliatutto dei Delirium, nonchè perno inamovibile della nostra nazionale. Il bimane azzurro ha disputato una gran qualificazione, chiudendo al secondo posto a 224 di media ed infilando, all’ultima partita, anche l’unico 300 del campionato. Ma non solo. Nel corso del primo step di finale ha ridotto, dato meramente statistico, il gap dallo svedese, che ha comandato sempre la classifica, da 280 e 25 birilli, lasciando chiaramente intendere la propria fame di medaglia. Una gestione, non si sa fino a che punto voluta, del secondo step di finale, ha offerto, come primo avversario, il francese Mouveroux, battuto 2-1 con l’ennesima partita over 260 del torneo. Quasi a voler anticipare quello che sarà lo spareggio per il mondiale di calcio, la finale ha visto opposti, anche qui, Svezia ed Italia. Avanti 1-0, grazie ad una di quelle chiusure che ti riescono forse una volta nella vita, Fiorentino ha saputo pareggiare i conti di prepotenza (225-268), prima di cedere il passo in maniera netta (246-196). Sul podio è medaglia d’argento. Di certo con l’amarezza di come poteva essere, ma anche con la consapevolezza di come sarà. Bronzo nel 2016. Argento nel 2017. Parafrasando il gergo della MotoGp, Fiore c’è. Un’assoluta certezza, che nei prossimi anni sarà l’incubo di molti. Chi è da tempo una certezza e di certo non un incubo (nel senso buono del termine) è la Helga Di Benedetto, che, dal canto suo, ha disputato un ottimo campionato, nel girone femminile, con una linearità da sottolineare nelle serie disputate. Ha passato in maniera agevole lo step delle qualificazioni e ha gestito al meglio il primo di finale. Tuttavia, il gap di 100 birilli, accumulato strada facendo nei confronti delle prime posizioni, era scoglio troppo arduo da superare in sole 4 partite. Vien da se che il settimo posto finale, unito alla medaglia, chiude in maniera più che positiva questa trasferta austriaca.

Si porta a conoscenza dei Presidenti di AA.SS. che, su richiesta dell’interessato, il giorno 4 Novembre 2017 ore 14.00, presso il Centro Bowling Oltremare, il Presidente Federale, Stefano Rossi, sarà presente in loco per illustrare la situazione regionale attuale e quella federale, in previsione della prossima stagione. Si raccomanda tutti di essere presenti.

Emilia Romagna e San Marino ancora una volta centro cruciale di una stagione che volge al termine. Questa volta è toccato alla Coppa Italia celebrare il proprio epilogo, anche se con modalità che hanno lasciato ampi strascichi polemici come vedremo. Il centro Sammarinese del Rose & Bowl ha ospitato le prime due fasce di categoria, con 25 squadre ai nastri di partenza, in lotta per uno dei 12 posti utili per l’accesso alla finale. Con medie non proprio eccelse, il Galeone, ad una manciata di birilli dal par, ha chiuso in testa le qualificazioni, trascinato dai Celli, padre e figlio, con due personali simili: 1266- 1268. La semifinale, giocata con sistema a punti e divisa in due gironi, ha visto primeggiare il Capitolium di Roma, in quello pari, con un vantaggio esiguo (50-46) sui Cobra di Milano, mentre il Galeone ha chiuso con più scioltezza, il dispari, precedendo il Dolmen 59-42. Nella finale per il primo e secondo posto, la differenza l’ha fatta ancora una volta Massimiliano Celli, unico ad andare sopra i 200 in un match decisamente falloso (728-696), mentre per il bronzo, il Cobra ha avuto la meglio sul team pugliese (735-707). A Casalecchio, invece, erano di scena le altre due fasce, con 39 squadre per 12 posti. Qui lo spunto di cronaca non è tanto per i risultati e le medie, tutto sommato in linea con le categorie, quanto per le polemiche sorte in relazione all’operazione di controllo bocce che di fatto ha stravolto, completamente, il verdetto emesso dalle piste. Al di la della reale situazione e dei provvedimenti che andavano presi e che sono stati presi dai giudici preposti, in tal sede, vorremmo soffermarci su due spunti d’analisi: in primis la tempistica di tale operazione, che per essere realmente efficace e “paritaria” per tutti, andrebbe effettuata ad inizio campionato e non a chiusura, ma è un qualcosa che stride con la nostra disponibilità di tempo; in secundis la regolamentazione delle schede bocce, che a parer nostro andrebbero certificate da persona abilitata e non trascritte, pro forma, in loco da ciascun giocatore (con le dovute eccezioni). La fretta, come in questo caso, potrebbe tirare, infatti, brutti scherzi. Resta la delusione, grande, grandissima e totale. Resta quella di chi, nonostante il risultato in pista, si è visto precludere la possibilità di giocarsi il titolo per un’errata trascrizione di numeri e/o lettere, ciò premesso che il resto della boccia fosse regolamentare. Resta quella di chi, a posteriori, ha preso coscienza di essere stato escluso dalla finale si, magari, per proprio demerito, ma preceduto da chi, a termine di regolamento, non ne aveva titolo. Tutto ciò richiederà certo l’attenzione degli organi preposti, ma non deve minimizzare, in alcun modo, il risultato sportivo finale. Un risultato che ha visto una doppietta per il team di Modena, che porta a casa oro ed argento, e il bronzo ottenuto dal Bc Magia, vincente, in maniera netta, sul Galeone (795-630).

Si informano tutti gli interessati che il previsto inizio del Grandi Marche è posticipato a Lunedì 30 Ottobre 2017, per la necessità di informare le parti sulle obbligatorie scadenze di pagamento richieste dal centro ospitante. Altresì, si coglie l’occasione per ribadire che il centro è responsabile per i soli sponsor partner direttamente riconducibili e non per quelli “esterni”. In caso di defezioni, calendario e format saranno adeguati al nuovo numero di partecipanti. In attesa della data d’inizio, Lunedì 23 Ottobre sarà organizzato un ulteriore torneo volante a squadra.

Griglia di partenza a 12 definita, per il Grandi Marche, che prenderà il via il giorno 23 Ottobre alle ore 20.15. Nell’attesa ancora due appuntamenti col volante a squadra, per ultimare la preparazione, nei giorni 9 e 16 Ottobre ore 20.15. Nel corso della prossima settimana verrà presentato il calendario ed il regolamento, che nella sostanza ripropone lo stesso format dello scorso anno.

Il Campionato Italiano di Singolo, di fatto, chiude la stagione agonistica, in quanto regina delle manifestazioni in calendario. In tanti, infatti, lavorano, lottano ed investono risorse mentali e fisiche per giungere pronti all’appuntamento che incorona il giocatore Top della stagione e, nel caso delle massime categorie, definisce i rappresentanti nazionali per i Campionati Europei. Il titolo di questo articolo sintetizza al meglio lo stato di parte del nostro movimento: “conferme” da parte dei soliti noti, oggettivamente ed indiscutibilmente due spanne sopra la media, e “azzurre”, visto che a guardare i podi, in pratica, ci ritroviamo su le due nazionali, ma anche, pur se non appare nel titolo, “imbarazzo”. Imbarazzo nel sottolineare, ancora una volta, la forza e la superiorità di un gruppo, nella massima categoria maschile, che andrebbe trasportato in blocco in nazionale per direttissima. Per loro non servono, certo, le nostre parole, parlano i numeri, i freddi numeri: per il secondo anno consecutivo, infatti, hanno portato a casa i titoli del doppio, della world cup e del singolo (scorso anno tripletta riuscita a Fiorentino) e per il 2017 hanno presentato 4 finalisti su 4 partecipanti, di cui 3 a podio, ovvero il 75% della presenza. Unico a reggere ancora il ritmo è il sempre verde Maurizio Celli (Galeone), che porta a casa il bronzo (insieme a Tommaso Radi), mentre Pongolini e Fiorentino, ancora una volta monopolizzano la scena, con oro e argento rispettivamente. Stesso discorso può essere esteso al settore femminile, dove l’asse Palermo-Torino ci presenta le “terribili” 4 azzurre: Giada Di Martino – Helga Di Benedetto (Crackerjack), Alessandra Morra – Daniela Buzzelli (Amici del King). Un divario netto, nettissimo con le colleghe: dai 200 e spiccioli delle prime 4 ai 180 delle prime inseguitrici. Divario che fra loro, invece, si azzera quasi, specie nei match play giocati, vinti e persi nell’ordine di 1 birillo, come nel caso dell’incontro di finale fra la Di Martino e la Morra: 150-149; 255-256; 215-184. Per età e per esperienza sono loro il nostro presente e, in parte, il nostro futuro e senza che nessuno si senta tirato in ballo, snobbato o ferito nelle aspettative, spetta a loro mantenere alto il nome del nostro movimento, entro e fuori i confini nazionali. Ciò per il presente … in attesa che anche i medagliati delle altre categorie possano vivere lunghi momenti di gloria e contribuire ad alzare la soglia della qualità del bowling nazionale.